Daniele Meucci è il nuovo campione europeo della maratona, dopo le doppie vittorie di Bordin e Baldini. Nella giornata di ieri, nella cornine della città di Zurigo, per la prima volta con un clima estivo dall'inizio degli Europei, l'ingegnere pisano ha scritto una pagina importante nella storia dell'atletica italiana.
Nonostante fosse solamente alla terza maratona in carriera (Roma 2010, 2h13'49"; New York 2013, 2h12'03") ha corso da veterano della disciplina, aspettando il momento giusto per l'attacco decisivo, quando gli avversari iniziavano a soffrire il ritmo e la distanza.
Questa mattina la Gazzetta si è lanciata in un paragone profetico, che non lascia spazio a molti dubbi. Come mio solito voglio andare controcorrente e ribadire ancora una volta che sono stufo della continua ricerca di eredi, come se lo stesso Meucci non sia in grado di farsi strada nella maratona senza l'etichetta di "nuovo Baldini".
Lasciamo che il ragazzo lavori bene e senza quelle pressioni insistenti del risultato da raggiungere in fretta, che in passato ha bruciato diverse promesse nell'atletica (mi viente in mente Andrew Howe). Lo stesso Daniele ha mostrato maturità ed intelligenza nell'intervista rilasciata subito dopo la gara, in cui ribadisce di voler lavorare sodo per lasciare il segno nella maratona italiana. Se il buon giorno si vede dal mattino...
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