"Mi definiscono naif, a causa del mio modo di interpretare questo sport, libero e senza regole. Una definizione che mi piace, soprattutto quando ha il significato di semplicità. Io sono così, una persona semplice che ha scelto la passione e non il professionismo."
In poche righe è possibile rintracciare il Giorgio-pensiero: la disarmante semplicità nel percorrere 100 km, sempre con il sorriso sulle labbra, è frutto di talento atletico e consapevolezza dei propri mezzi. Ma le sue imprese non sarebbero tali se non sorrette da un'umanità fuori dal comune.
Mi permetto un paragone forse azzardato: ogni volta che porta a termine una gara è emozionato quanto un bambino che ha appena iniziato a camminare.
In poche righe è possibile rintracciare il Giorgio-pensiero: la disarmante semplicità nel percorrere 100 km, sempre con il sorriso sulle labbra, è frutto di talento atletico e consapevolezza dei propri mezzi. Ma le sue imprese non sarebbero tali se non sorrette da un'umanità fuori dal comune.
Mi permetto un paragone forse azzardato: ogni volta che porta a termine una gara è emozionato quanto un bambino che ha appena iniziato a camminare.